Condividiamo qui la riflessione che ci è stata inviata dal Segretario della Federazione Provinciale di Brescia Jacopo Baraldi

Come spesso accade nei momenti di difficoltà, e questo è uno dei momenti di maggior difficoltà per il Partito Democratico dal momento della sua nascita, dovremmo rileggere il manifesto dei valori del PD approvato il 16 febbraio 2008, sono passati nove anni ma ritroviamo in quelle parole lucidità d’analisi e uno sguardo lungo sui pericoli e le attese del futuro.

Ritroviamo una lucidissima analisi sui rischi del populismo e sulla necessità di un Partito forte che sappia porsi come argine al dilagare di movimenti rischiosi per la salute della nostra democrazia: ” Si è creato così un vuoto politico molto pericoloso, che ha dato spazio alla demagogia populistica, all’arroganza di ristrette oligarchie e anche a poteri opachi che tendono a sottrarsi al controllo della legge e delle istituzioni democratiche” evidente era il richiamo al ventennio di Berlusconi ma in altri punti del manifesto si ritrova il riferimento al rischio della nascita di nuovi populismi più aggressivi e radicati che da quel ventennio traggono solo in parte fonte e che oggi ritroviamo nella lega di Salvini o nei penta stellati di Grillo.

Ritroviamo anche una lucida analisi sul problema lavorativo ed economico delle nuove generazioni, sulla fuga dei cervelli e sulla necessità di nuovi e maggiori investimenti nell’università e nella ricerca. Leggiamo una corretta analisi basata su una lettura complessa e approfondita dei fenomeni legati alla globalizzazione e sulla necessità di un ripensamento dell’idea di politica e del ruolo degli stati nazione in questo frangente per avere una politica più forte e capace di affrontare i fenomeni nuovi in atto: ”La sua progettualità politica non può prescindere dagli scenari aperti dalla globalizzazione: un processo che instaura legami sempre più fitti e irreversibili di interdipendenza fra nazioni, popoli e culture a livello planetario. Un’intensa circolazione di persone, di merci, di capitali, di idee, di risorse attraversa e trasforma i continenti, determinando geografie   umane, economiche e finanziarie che sfuggono alle definizioni e ai controlli tradizionali. È questa realtà in costante mutamento che rende necessario un ripensamento della politica e una ridefinizione dell’idea e dei poteri degli Stati nazionali”.

Vi si legge la necessità di avere un Partito che affronta uno dei principali nodi che affliggono la politica italiana: l’avere un partito forte che riesca a por mano alla mancanza di una democrazia forte in grado di decidere.

Rileggendo il manifesto dei valori del PD si ritrova la correttezza dell’analisi compiuta da chi ha contribuito a creare questo Partito, ma se quest’analisi rimane corretta oggi, come allora, non si capisce oggi come di fronte al crescere dei problemi e all’esplosione forte dei movimenti populisti che lucidamente si descrivevano nel manifesto si sia arrivato a questo momento.

La situazione grave di questi giorni e il pericolo sempre più concreto di scissione è ancor più grave se letta alla luce delle grandi e imminenti sfide che attendono nei prossimi mesi il nostro Partito e il Paese. Non dobbiamo sottovalutare il tema delle amministrative e il fatto che molti militanti e molti circoli sono impegnati in una difficile campagna elettorale nei loro comuni e la nostra attenzione non può calare di fronte a questo impegno imminente. Non possiamo dimenticare che l’Europa in questi ultimi anni attraversa una gravissima crisi e che il PD è sempre stata una tra le forze più convintamente europeiste pur nelle critiche costruttive che abbiamo fatto in più occasioni. Il PD in Europa serve perché con la calata dei nazionalismi le forze convinte del progetto europeista potrebbero presto essere in minoranza. Non possiamo dimenticare i nostri militanti che in questi giorni chiedono a gran voce che il PD resti unito e che si ascolti il loro appello.

Potrebbe sembrare sciocco ribadire in  questo momento la necessità di un impegno verso la campagna delle amministrative, verso l’Europa e verso i circoli e la loro situazione ma se cerchiamo di andare oltre le assemblee, le direzioni infuocate e le parole dure e pesanti dette in questi ultimi giorni e cerchiamo di riprendere il contatto con i cittadini e il nostro popolo ecco che ritroviamo queste precise emergenze che necessitano di un Partito forte e unito.

Come dice giustamente e lucidamente Franceschini in caso di rottura la colpa ricadrebbe su tutti tanto su Renzi quanto su chi si candida contro di lui a un futuro congresso; il nostro non vuole essere solo un appello o una sottoscrizione ma vuole essere un grido che in qualche modo richiami l’attenzione sulle vere emergenze dei prossimi mesi sulle quali dovremmo concentrare le nostre energie. Il futuro che si profila all’orizzonte non sarà per nulla positivo se non riusciremo, adesso, a ribadire la centralità della politica e di una forza, il Partito Democratico, che da sempre pone come sua forza generatrice uno sguardo sul mondo e su soluzioni ai problemi mai semplicistiche o approssimative; nasciamo per correggere gli errori commessi nel passato e con lo sguardo rivolto verso il futuro.

Jacopo Baraldi

Breve riflessione sulla situazione del PD

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